Facciamo un gioco: pensate alla vostra casa, a tutto quello che c’è dentro. Fatto? Bene, prendete e buttate via tutto. Ora fate conto di avere carta bianca per la creazione della vostra nuova casa, vi dò solo alcune misure di riferimento: al più sia lunga 160 metri e larga 24, potete sviluppare l’abitazione su più piani tranquillamente. Immaginate tutti i comfort che vorreste avere, che ne so, tv in tutte le stanza, bagni giganteschi con idromassaggio, connessione wi-fi, magari un ristorante privato con decine di servitori ai vostri ordini. Dimenticate i vecchi pavimenti sciatti e sostituite tutto con marmi preziosi e dorature ovunque! Bene, confezionate mentalmente questa casa, moltiplicatela per svariate volte (con svariate intendo che se la vostra casa è per 4 persone, pensatene ad una con capienza decine di volte superiore). Aspettate un momento, avevo detto di sbizzarrirvi e pensare a tutti i comfort! Sono sicuro che vi siete dimenticati la piazzola di atterraggio per elicotteri e quel mega teatro con decine di posti che può ospitare un’orchestra di 50 elementi, dove assistere a concerti e spettacoli che più vi aggradano! Aggiungete tutto nel pacchetto, non siate tirchi. Ora prendete questa immensa casa e, materializzatela. No non posatela lì per terra, un secondo per favore, come siete prevedibili! Dove eravamo rimasti? Ah si, prendete la vostra mega casa e spostatela (lo so è pesante ma fate un piccolo sforzo), sull’acqua. Si, avete capito bene e state tranquilli che galleggia, fidatevi. Ecco, quello che avete solo immaginato esiste e l’altra sera l’ho visto a Trieste. Nel pomeriggio di sabato, passeggiando sulle rive, qualsiasi essere umano dotato di una vista quantomeno infinitesima, avrà notato un gigantesco mega-yacht attraccato all’ormeggio 29. Trovandomi nella situazione di vedere un prodigio della nautica del genere, quello che ho pensato è stato: “wow” e poi “aspetta che vediamo di chi è”. Detto fatto, grazie al fedele smartphone, in un paio di secondi sono venuto a conoscenza che la “modesta” imbarcazione, che di nome fa “Al Said”, appartiene al sultano dell’Oman, Qaboos bin Said. Lo yacht è attualmente il terzo più grande al mondo, dietro al celeberrimo appartenente ad Abramovich e a quello di un altro sultano di qualche paese che ora non ricordo. Misura quasi 160 metri di lunghezza e può ospitare fino a 70 passeggeri e oltre 150 unità di equipaggio. Al suo interno non mancano tutti i comfort, disponibili per ognuna delle trenta cabine più cinque suite vista mare: servizi privati, televisioni led, interni lussuosissimi, connessione internet, tutto insomma. D’obbligo anche la pista di atterraggio per elicotteri e, udite udite, anche il teatro interno per concerti e spettacoli che vi avevo consigliato di aggiungere al progetto. Valore del tutto: attorno ai 400 milioni di dollari, una cifra esigua per certe personalità. Non voglio fare il finto moralista che non sono: potessi disporre di una cifra simile, me ne prenderei uno uguale, ci pensate che sogno poter disporre di un condominio lussuosissimo che per di più può spostarsi quando e dove vogliate? Ai passanti triestini tutto quello che è concesso si limita alla visione esterna di questa belva galleggiante, ma l’immaginazione, come spero di avervi provato poco fa, può aiutarci a capire cosa significhi possedere un natante simile. Qui di seguito vedete la foto del “Al Said” che ho scattato personalmente e altre trovate qua e la in rete (purtroppo nessuna con riferimento agli interni). Non si può restare indifferenti quando si vede uno spettacolo del genere. Probabilmente molti storceranno il naso di fronte a tali lussi, ma sono dell’idea che chi ha i soldi ci faccia quello che vuole, contando che spesso visite di queste personalità portano vantaggi, seppur temporanei all’economia del luogo (si pensi alle spese pazze degli sceicchi o anche ai soli costi di attracco al molo). Se avete in mente di comprarne uno, sappiate che anche riuscendo a mettere da parte 2500 $ al mese (cosa assai difficile al momento), dovreste lavorare per 13333 anni ossia ripetere la vostra vita per 156 volte (supponendo di lavorare dall’istante in cui vedrete la luce). C’è chi invece può disporre di una cifra simile schioccando le dita. Per fortuna fantasticare almeno (per ora) non costa nulla.
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