The day after

Nel giorno post elezioni, una parola la fa da padrone: incertezza. Incertezza però va a braccetto con caos, confusione e polemiche. Si sa, il giorno dopo è sempre così, tutti hanno vinto, nessuno è stato sconfitto. Le clamorose sconfitte sono colpa di altri, le clamorose sorprese sancite dalle urne, sono chiaro esempio di superiorità di uno o dell’altro partito, fino a ieri dato per morto. Abbiamo imparato a conoscere così bene il tram tram di dichiarazioni degli esponenti delle varie parti politiche, che raramente ci stupisce una qualche affermazione post voto. In un luogo comune si dice che “tanto i politici sono tutti uguali”, chi lo fa per soldi, chi per popolarità, chi per vanità, si suol dire insomma, che fanno i fatti propri e non quelli dei cittadini. Certo non si può negare che la rappresentanza politica per la maggior parte dei casi sia lontana da quella che dovrebbe essere, ma vero è che, da quello che si vede, anche la parte rappresentata presenta al suo interno un largo numero di persone poco degne di essere rappresentate. Non mi riferisco alle intenzioni di voto, mi riferisco alle reazioni ai risultati delle urne.  L’esempio lampante viene dai social network: luoghi di pubblico declamo di idee, opinioni e ovviamente (siamo italiani dal sangue caldo) di sberleffi e insulti. Come si sa spesso la gente non riesce a dare il peso alle parole pronunciate e espressioni come “libertà” e soprattutto “democrazia” fanno presto a stonare se pronunciate da certi individui. Quegli stessi che, fino a poco tempo fa, predicavano su facebook e twitter che questa classe politica ci sta togliendo la libertà o che la democrazia è stata fortemente messa in pericolo da personaggi di discutibile limpidezza. Sempre loro, oggi, pronti a pubblicare commenti offensivi e minacciosi nei confronti di elettori che (sarebbe bene ribadirglielo) hanno scelto di votare LIBERAMENTE e DEMOCRATICAMENTE per il partito a cui sentono di dare la loro fiducia. Riassumerei volgarmente (mi scusi il lettore) lo scenario social di quest’oggi come: “Stronzi che danno degli stronzi a chi ha votato per l’uno o l’altro stronzo”. Questo è esattamente il clima che si respira, gente che fino a ieri sbandierava la libertà di opinione e la democrazia come valori principi, ora ridotta a insulti e minacce contro chi non la pensa allo stesso modo, tacciandolo di inferiorità che ritiene palese. Voltaire diceva: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere“. Si sta perdendo di vista il vero significato di questi concetti, forse sgualciti e sbiaditi dall’abuso che se ne è fatto, soprattutto tra i giovani attivisti che si improvvisano politici di lungo corso. Ah democrazia, questa sconosciuta: facile da sbandierare quando non è chiamata in ballo, molto difficile da applicare quando serve. D’altronde, si dice anche che i cittadini italiani si meritano di essere governati da quei quattro politici disonesti che abitano gli istituti statali. Se non sarà giusto prendere come oro colato queste affermazioni quasi da bar, credo che come spesso avviene la verità stia nel mezzo: sbagliano loro e sbagliamo noi. Devono cambiare loro, ma forse prima dovremmo farlo noi.